top of page

Statis-Vino - Innovazione in tempi di Covid-19

Immagine del redattore: mikzomermikzomer

Che con la pandemia in atto qualcosa di importante stesse cambiando anche per per il mondo del vino lo si era capito da tempo, che il commercio online si stia ritagliando una grossa fetta del mercato delle vendite era sotto gli occhi di tutti gli osservatori, ne avevamo parlato, utilizzando alcuni dati statistici già ad aprile 2020 (CLICCA QUI).

Il Covid, oltre alla grande emergenza sanitaria, ha creato grande distanza fra produttore e consumatore e così le aziende non sono rimaste a guardare, anzi, hanno accelerato i processi di cambiamento gettandosi con fervore alla ricerca di nuovi canali innovativi per arrivare al cliente, instaurare una sorta di rapporto diretto per soddisfarne i desideri.


Dall’attivazione dei canali e-commerce aziendali, al potenziamento del comparto social, organizzando servizi di delivery mirati, piuttosto che creando vere e proprie degustazioni da remoto guidate da sommelier, esperti ed enologi.


Questa situazione ha accelerato il processo di sviluppo dei canali di vendita. La necessità di rispondere alle esigenze di un pubblico (globale) confinato fra le mura domestiche ha corrisposto ad una spinta decisa in chiave di commerciale.


Chi ha mosso passi in questa direzione in tempi pre Covid-19 ha sicuramente beneficiato di un rapporto già poggiato su basi strutturali e ben oliato con il cliente, chi invece pensava di adattarsi nel tempo ha dovuto rincorrere la crisi - sanitaria ed economica - per cercare di rimanere al passo con le richieste/esigenze del mercato.


A tal proposito abbiamo scelto di studiare l’interessante rappresentazione grafica in merito ad una inchiesta effettuata dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor presentata nel corso del Summit internazionale di avvio dell’evento online wine2wine Digital. Lo studio ha coinvolto 165 aziende che rappresentano 4 miliardi di euro di fatturato totale, di cui 2,5 relativi all’export, circa il 40% del totale del nostro Paese. Dati dunque rappresentativi di un intero settore, affidabili e precisi.

fonte foto: Corriere Vinicolo


Lanciando un primo sguardo al grafico si evince come alcuni comparti di azione siano risultati importanti per le aziende del settore vino. Il servizio di delivery ad esempio, attivato pre-lockdown dal 47% delle aziende intervistate, ha trovato un’applicazione nel corso della pandemia di un ulteriore 26%, mentre il 7% dichiara di essere in preparazione per l’attivazione nei prossimi mesi: questo significa che nei prossimi mesi l’80% delle aziende sarà attiva a pieno regime col servizio di consegna a domicilio.


Anche il wine tasting/workshop da remoto sta ottenendo grande attenzione: il 47% delle aziende si è organizzato per proporre questa tipologia di azione nel corso della pandemia, il 21% lo farà in tempi brevissimi, mentre il 16% era già operativo in tempi antecedenti. Questo significa che l’84% delle aziende intervistate nel prossimo periodo sarà operativo in questo campo.


Desta attenzione, anche se ancora in modo minore rispetto agli “strumenti”, il capitolo wine club.

___________________________________

COS’E’ un WINE CLUB:

E’ strumento è concepito al fine di creare una fidelizzazione con il cliente da parte dell’azienda vitivinicola: stimolando attenzione e orientamento all’acquisto . Consiste nella creazione di un club all’interno del quale l’azienda riserva ai propri clienti promozioni speciali come ad esempio il lancio in anteprima di bottiglie particolari, l’invito a degustazioni di annate distintive oppure offerte di acquisto dedicate. Insomma operazioni atte ad inserire il consumatore all’interno della cerchia della “famiglia” aziendale. Questo al fine di alimentare il Direct to Consumer, ovvero il comparto delle vendite dirette.

__________________________________


Questi, attivi per-lockdown solo per l’11% delle aziende nel periodo scorso, hanno trovato un’ulteriore parterre di aziende, corrispondente al 10%, in grado di organizzarsi nel periodo di lockdown, mentre un 36% dichiara di farsi trovare pronto entro breve periodo. Insomma anche questo strumento vedrà una applicazione superiore al 50%.


Se vogliamo trovare un lato positivo a questo difficile momento lo sviluppo dei canali digitali è senz’altro uno di questi. Sicuramente gli effetti della pandemia hanno generato una ricerca approfondita delle priorità di ognuno, sia dal punto di vista di chi offre i servizi sia dalla parte di chi ne beneficia. E le novità sicuramente no finiranno qui: una delle maggiori riflessioni future poggerà sicuramente sul fatto della diversificazione della clientela. Rimanere fuori dai canali dalla GDO, essere presenti quasi soltanto nell'Ho.re.ca, affidarsi esclusivamente ad agenti: scelte che nel futuro potrebbero decisamente cambiare.












23 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page