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  • Michele Zomer

Non è il vino dell'enologo. Parola di Dottori


"Quando oltre al vino c’è tanto altro da scoprire”

Non è il vino dell’enologo, scritto da Corrado Dottori - autore e produttore vitivinicolo - è un insolito viaggio nel mondo della vigna e dentro la vita di chi se ne prende cura. La voglia, poi divenuta realtà, di un funzionario di banca stanco di una vita condita da vendite e acquisizioni in borsa, di ritornare alle origini, per incontrare la natura. In questo caso i vigneti di famiglia nei pressi di Cupramontana (An). Un viaggio inverso dalla Milano, affollata e caotica, alla sobrietà e alla voglia di rispettare l’equilibrio e l’armonia delle colline marchigiane

Il pensiero deciso e convinto di Dottori nel contrastare un’agricoltura sempre più intensiva e chimica. Contro le scelte legate esclusivamente all’abbattimento dei costi per “stare sul mercato”.

  • "Non più giacca e cravatta, non più quotidiani signorsì a grigi dirigenti di banca, non più transazioni finanziarie dalla dubbia moralità…No. Quello di cui ho bisogno è una distesa di colline, ampi spazi da respirare, un cane bianco. Pure libertà di immaginare, progettare, costruire”. Il tutto aggiungiamo noi in pieno rispetto della natura, dei suoi processi e delle suoi tempi.

Convinto che mai come oggi la partita per un futuro migliore dell’umanità si giochi sulla terra: quella terra che lui stesso lavora con assoluta dedizione e rispetto. Convinto che la terra abbia bisogno di nuovi attori, contadini, maggiormente responsabili delle proprie azioni e attenti nello sfruttamento del proprio territorio. Convinto che il legame fra terra, vite e uomo sia la strada giusta per produrre vino: il tutto secondo pratiche sostenibili.

Nel 2003 inizia ufficialmente la sua conversione all’agricoltura biologica, ma attenzione, non a quella dei disciplinari e dei prodotti sostitutivi. Quella che sceglie è un’agricoltura diversa, un vigneto sano e resistente per un vino meno lavorato. Un “vino vigna”, totalmente e definitivamente espressivo di un micro ambiente chiamato vigna in una determinata annata, attraverso l’utilizzo esclusivo di lieviti indigeni.

Da un agricoltura “biologica", ormai - secondo Dottori - troppo legata a certificazioni e disciplinari che ne hanno favorito un abuso da parte dell’industria del vino, a quella “naturale”, più sostenibile, per nulla sintetizzabile in una regolamentazione fatta e finita. Un prodotto che sposi a pieno il concetto di origine: “l’agricoltore come bene comune, il prodotto come bene culturale, il cibo come diritto, l’irripetibilità del prodotto agricolo locale”.

Il sogno di un vino non più come “fine” di una degustazione sufficiente a se stessa, ma “mezzo”, strumento potente di convivialità e approfondimento culturale. Per parlare di agricoltura e modelli di sviluppo. Per tornare a relazionare città e campagne.

Un terrior da valorizzare e conservare, certo che la sua ricchezza sia compresa dalla diversità, sorta di straordinario meticcio culturale. Campo di incontro dei più svariati fattori.

Insomma una coltivazione “secondo natura”, rispettosa del territorio e elle origini.

Una storia d’amore per la vigna che si intreccia con il ricordo del padre a lui molto caro. Uno splendido saggio che sottolinea anche l’amore profondo per Valeria, la sua compagna di vita.

TITOLO: Non è il vino dell’enologo

AUTORE: Corrado Dottori

EDITORE: Derive Approdi

DOVE acquistare IL LIBRO: https://www.amazon.it

VOTO MiVini.info: 9

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