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Sniper metodo classico, il cecchino di Isimbarda

Aggiornamento: 23 mar 2021

Nei giorni scorsi ho approfittato di una promozione per effettuare un acquisto da Tenuta Isimbarda, fortemente guidato dalla grande attenzione nei confronti dei metodi classici dell’Oltrepo Pavese a base pinot nero. Non posso nascondere di avere un occhio di riguardo per il territorio pavese, un’estensione ricca di microclimi, suoli variegati e sinuose colline capace di infondere la propria tradizione viticola. Un territorio che in chiave spumantistica sta progredendo in maniera spedita grazie sopratutto a chi in questi territori non ha mai smesso di credere. La qualità media che ho trovato nei prodotti della bassa lombarda in mezzo a panoramiche colline e scorci mozzafiato sta aumentando sempre più.

Vorrei quindi raccontavi di “Sniper” Oltrepò Pavese metodo classico pas dosè, 100% pinot nero.


Non sono un grande amante dei prodotti italiani con nomi inglesi/americani, ma questo non pregiudica assolutamente le attenzioni rivolte al prodotto. Anzi devo essere sincero: dopo aver assaggiato questa bollicina posso affermare che il nome sniper - tradotto “cecchino” - è comunque azzeccato in quanto il sorso riesce ad arrivare diritto al cuore come un proiettile di assoluta precisione.


Il tenimento feudatario un tempo posseduto dal marchese don Luigi Isimbardi è oggi portato avanti con passione da tre soci che nel 2019 hanno rilevato la proprietà. Tecnologia e tradizione si fondono al servizio della qualità e i risultati nel calice possono solo che confermare questo mix di modernità e rispetto delle origini. Gli ettari vitati aziendali sono circa 40 e le bottiglie prodotte annualmente si attestano attorno alle 130mila. La pratica dell’inerbimento dei vigneti è una mission aziendale: questo al fine di evitare processi di erosione e riduzione di fertilità.


DEGUSTAZIONE


La preferenza solita è quella di degustare il prodotto senza avere precedenti rapporti col produttore al fine di fornire una descrizione il più oggettiva possibile. Ora non nascondo che dopo averlo assaggiato la curiosità di passare dalla tenuta mi è giunta fortemente.


La trama paglierina contraddistinta da riflessi verdolini trova un continuo susseguirsi di finissime bollicine. Al naso emergono eleganti sentori floreali accompagnati da mela golden, ribes nero ed una mora selvatica freschissima. Una nuance minerale chiude la tavolozza olfattiva assieme ad un delicato sentore di pan brioche appena lievitato. In bocca lascia il segno grazie a freschezza e sapidità, senza uscire mai dalle righe. Cremoso ed elegante. La persistenza non manca affatto. Una bollicina in abito scuro: distintiva e fine. 42 mesi sui lieviti, solo acciaio.


ABBINAMENTO: Riso carnaroli alla crema di scampi


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