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La Cadalora e Albino Armani: Casetta, la sfida col tempo

Non nascondo la smisurata considerazione nei confronti del vitigno casetta, vero autoctono lagarino a bacca rossa. Ho abbozzato qualcosa in passato, presentando vitigno, aziende produttrici, doc e igt di riferimento. (CLICCA QUI <-- per leggere il post su casetta ed enantio). Oggi torno, con gioia, a raccontare questa memorabile esperienza di assaggio. Un onore, un lusso, per un amante della varietà e della tradizione del mio territorio di riferimento: la Vallagarina.


In queste settimane ho avuto occasione di degustare due annate delle due aziende di riferimento per la produzione del vitigno. Millesimi che riportano agli albori della ri-valorizzazione di questo genere di vite, un tempo a rischio estinzione, evitata grazie all’impegno di queste aziende che hanno mostrato amorevole attenzione per questa varietà nativa del luogo.


Nel degustare questi vini ho ritrovato tutto il carattere di questo vitigno. Come il “cugino” enantio" anche la casetta ha grandi potenzialità evolutive nel tempo. Ne ero a conoscenza, ma ho potuto constatare in prima persona come il "lambrusco a foglia tonda" in affinamento mostri ancora grande personalità, riesca a smussare quei lineamenti burberi di giovniezza, trasformando parte di ciò in spiccata eleganza. E ancora le intense note fruttate di gioventù, si attenuano lasciando scena primaria a tratti speziati e lievemente vegetali di grande fascino. In alcuni momenti questi campioni mi hanno ricordato grandi bordolesi invecchiati con cura. Di tutto questo va dato ovviamente merito ai due produttori, abilissimi nell’elaborare vini di qualità, associati ad estrema pulizia.


Si dice addirittura che in alcune zone della Vallagarina quando nasceva un figlio si vinificava il vitigno casetta in purezza e si “nascondevano” le bottiglie in vista della maggiore età. Tanto per dire che già un tempo vi era chi aveva percepito in maniera del tutto artigianale le potenzialità del vitigno. Si perché la casetta a metà ’900 era fra i generi di vite più coltivati in Vallagarina: per capirsi nella zona di Ala e Avio (assieme all’enantio) rappresentava il 65-70% della produzione. Questi volumi erano per la maggior parte utilizzati come varietà da taglio. Per donare struttura, colore, sostanza. Oggi i pochi eroi che lo producono lo vinificano in purezza. Con grandi risultati qualitativi a seguito.

IGT Vallagarina - Majere 2003 - Leggere note speziate, foglia di tabacco, cenere, polvere di cacao. Una ciliegia selvatica segna il frutto presente nel calice. Acidità ancora nettamente percettibile, tannino levigato. Sorso davvero piacevole. Una grande annata di riferimento per l’azienda con sede a Santa Margherita di Ala. Cromaticamente segnato da un rosso granato. Limpido. Nel finale ritorna la nota vegetale con insistenza, delicata, piacevole: quasi a ricordare la vitalità, del tutto presente. Finale lungo. Eleganza da vendere.





IGT Vallagarina - Foja Tonda 2004 - Colore ancora vivace. Granato, con lievi riflessi rubino. Un mix di prugna e ribes nero macerati. Anche in questo caso le note speziate sono ben presenti, ma accompagnate da sentori balsamici. Acidità vivace, tannino ingentilito dal tempo, ma ben presente. Nel finale si scorgono lievi sentori ossidativi, ma non prevaricanti, in linea con l’età. Il tappo della bottiglia era al limite della conservazione, quindi alcuni sentori ossidativi, probabilmente, potrebbero derivare da ciò. Il giudizio complessivo è più che positivo. Altro esempio di come il vitigno casetta si esprima con grande piglio dopo lungo tempo.







Michele Zomer

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